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L'autore in questa monografia, esaminando la seconda analogia dell'esperienza della "Critica della ragion pura", ha indagato tema del tempo in Kant che appare sia come successione oggettiva non reversibile delle rappresentazioni, sia come successione non oggettiva in rapporto alla situazione e alla posizione del soggetto che può mutare il movimento progressivo delle rappresentazioni, dal presente al futuro, in un processo reversibile, non ordinato dalla categoria di causa ed effetto. Nell'ambito di questa prospettiva teoretica, vengono posti in rilievo la presenza e il significato delle categorie di relazione e delle categorie di modalità, la distinzione tra sintesi intellettuale e sintesi figurata, il concetto di numero, la differenza tra pensare e conoscere, con il correlativo emergere delle categorie non temporalizzate e delle categorie temporalizzate. Queste richiedono non solo l'agire dell'intelletto discorsivo e dell'Appercezione trascendentale, ma anche della memoria e dell'immaginazione produttiva che, nella veste di sintesi dell'apprensione, contribuisce in modo rilevante, come opportunamente dimostra l'autore, alla costruzione kantiana dell'esperienza.